giovedì 19 dicembre 2013

All I want for Xmas is you





Meno quattro giorni a Natale.
E "All I want for Christmas is you".

Potrei scrivertelo. Urlartelo. Oppure farmi una maglietta.
Si credo mi farò una maglietta.
Con un po' di glitter. Per rimanere in tema con il periodo.
Anche se mi allontani ogni volta che mi avvicino.

Questa è una dichiarazione.
E non solo dei redditi, come quella che sbandieri tu.
Il mio è un vero attestato d'affetto per te.

venerdì 6 dicembre 2013

Nel mondo che vorrei (part 1)




Come la cioccolata calda i primi giorni di dicembre.
O i marshmallow scaldati a fuoco lento.
La delicatezza della panna. 
E delle nuvole che sembra di toccare con un dito, dal finestrino di un aereo.
Le zollette di zucchero rotonde. Senza spigoli. 

Come il mare che ti culla o il tuo profumo preferito sulla pelle.
Il sole che ti accarezza la faccia o il vento tra i capelli. La musica che suona senza fine.
Ballare, sempre. Con il trucco colato dalla felicità.

I sorrisi. Ampi, veri e che illuminano il viso. 
Il silenzio dei tuoi occhi nei miei. 
Gli abbracci, infiniti. 
I regali inaspettati. 

Questo è il mondo che vorrei.

Buon week end. 







martedì 3 dicembre 2013

Come un film


Tipo che mi sono sentita come Bridget Jones, perchè commettevo una gaffe dopo l'altra. E mentre guardavo quegli assurdi maglioni di Primark con le renne, lui mi ha detto:"Ne ho uno come Mark Darcy, hai presente?".

E poi mi sono sentita come se fossi a Notthing Hill. Nella libreria, mentre lui discuteva di cinema, libri e dello splendore del teatro e dei musical.
Ed eravamo a cena, a lume di candela. La vita. 

Senza contare che il mio film preferito è Love Actually. 
E che è stato il primo film di cui abbiamo parlato quando ci siamo conosciuti.
Io come la segretaria, lui come il primo ministro. 
Tutto intorno la neve, il Natale, le luci della città.

E che oggi, mentre riguardavo i trailer, è comparsa la pubblicità di un albergo. 
Ed era il nostro. 

Londra. Un week-end lungo.
Come un film, stupendo.
Che vorresti non finisse mai. 


lunedì 18 novembre 2013

Che nessuno può rubarmi voi


Anche smarrire un telefono (che non è solo un telefono per nessuno ormai) è un'occasione per vedere quanto amore c'è intorno.

La tragedia si è materializzata nel week end. Scampato il pericolo infarto, con tanto di 40 ore di sveglia no-stop senza l'ausilio nemmeno di un goccio di caffeina, mi ha sorpreso il tripudio di coccole per la mia perdita tecnologica. 

Che è vero, se uno vuole, trova il modo per fare sentire il suo affetto, la sua vicinanza, il suo sostegno. C'è chi è venuto direttamente a casa, chi non ha dormito pur di accompagnarmi ad espletare le fasi di rito - denuncia, cambio scheda, nuovo acquisto - chi si è fatto dare il mio numero solo per tentare ancora una volta di intercettare l'Iphone rubato.

A tutti voi dico grazie. 
Che siete molto più preziosi di qualunque telefono.
Che siete top come un prodotto Apple, che ha recuperato tutti i dati senza che io sapessi nemmeno cosa fosse un back up prima di oggi.
Che l'amore non ha confini, tempi, modalità.

E io ci credo sempre. 
E comunque. 
Nonostante i ladri. Che nessuno mi può rubare voi. 

mercoledì 13 novembre 2013

Che i numeri non contano



Che il codice fiscale poco conta alla fine.

Che un Principe non è detto che abbia meno attributi perchè più giovane. 
Anzi. A volte il ventenne si rivela più simpatico, sincero e graffiante di uno che ne ha trenta - tutto preso nelle sue paturnie esistenziali - o del quarantenne che "vorrei, ma non posso".

Nulla ha a che vedere con i numeri. 
Grazie a Dio. (Non sono mai stata fan della matematica).

Si tratta di spirito, entusiasmo e sapersi mettere in gioco. E giocare. 
Col tempo forse è proprio questo che sfuma.
E si perde per strada lo stupore, la curiosità, la voglia di conoscere l'altro.

Meno narcisismo Principi miei. Le rughe non vanno di pari passo alle vostre armi seduttive.
Solo George può. E voi non siete lui, ahimè. 

Quindi pensate un po' meno a voi stessi, potreste anche trovare qualche Principessa pronta a farvi compagnia, sempre che riscopriate un po' il teen che è sepolto in voi. 



giovedì 7 novembre 2013

Del latte che punteggia il caffè




Che ho solo voglia di coccole.
Di quegli abbracci che ti sciolgono.
Del latte che punteggia il caffè. 
Del mare che accarezza i pensieri.
Di sapere che, un giorno, ti rivedrò tra mille. Come sempre.
Di abiti scintillanti, luccicosi e pieni di paillettes.
Di lacrime da film amorosi.
Di attese alla stazione.




venerdì 1 novembre 2013

The day after



The day After: il giorno dopo quella sera. Dopo quelle lenzuola avvolte sui corpi di entrambi, dopo quei finestrini dell'auto appannati dal calore dei vostri respiri affannati.

Amici Principi, devo essere chiara una volta per tutte: ad una Principessa, quel fatidico "giorno dopo", si devono dare segnali di vita. Di qualsiasi genere.

La tecnologia è anche troppo avanzata per permettervi di comunicare.
Alcuni geni del male, inoltre, hanno inventato gli emoticons, che vi possono tornare utili nel caso siate ragazzotti di poche parole. 

Il "The day After", una Principessa, aspetta sempre. Anche un segnale di fumo.
E come vi ripeto non si tratta tanto di attendere anelli di Tiffany come si piovesse (oddio, nel caso, fatemi sapere che corro). 

Avere anche solo un vostro cenno, può migliorare la giornata. 
Sia che sia stato amore, una sveltina o una sana e reciproca attività fisica coinvolgente.

Sforzatevi, dunque. Anche per dire - sempre in modo elegante - che magari ci si potrà rivedere tra due milioni di anni quando torneranno i dinosauri, oppure che il giorno dopo dovete sposarvi o inventate altre mille altre scuse. Ma non sparite. Non fa Uomini. Non innalza di livello la categoria, ma soprattutto non rende onore a voi stessi. 

Davvero, credetemi di cuore per queste piccole perle del venerdì sera.

Vi amo. Sempre. 

mercoledì 23 ottobre 2013

Dire o non dire.


Dire o non dire, questo è il dilemma.
Perchè è cosi difficile esprimere veramente quello che si prova per una persona?

Qui non si tratta di timidezza, rossori o vampate quando vedete il Principe o la Principessa dei vostri sogni.  Qui si tratta di paura di dire ciò che si pensa per non scatenare casini, per orgoglio, per paura di essere rifiutati.  O perchè non siamo più abituati a parlare, semmai, qualcuno, ci avesse veramente abituati a farlo prima. 

Lo diceva un fico pazzesco che un giorno, senza motivo, mi ha portato a fare un giro in macchina senza meta. Solo musica, vento fra i capelli, grandi sorrisi. "Sai, si dovrebbe dire sempre ciò che si prova per una persona. Per esempio, io adesso ti bacerei. Ma so che non posso".

Il fatto che per mille motivi abbia deciso che "non si poteva" gli fa onore, per lo meno per la fede che ha al dito. Per il resto, mi sono detta: "Questo, almeno, ha le palle".
Si. Ha avuto coraggio di dirmi una cosa scomoda, di rischiare che il  mio pensiero su di lui si modificasse in negativo (sempre per quella fede al dito di cui sopra) o che, paladina del sesso femminile, riferissi tutto alla moglie in attesa del secondo pargolo. 

Non si tratta di discutere su ciò che è giusto e sbagliato, si tratta solo di dire, affermare, rendere noto. Liberarsi di emozioni e sensazioni che, a lungo andare, chiuse nel cuore, nella testa e tra le braccia rischiano di diventare veleno per se stessi. 

Da tempo sono innamorata di un amore impossibile. Non dirgli niente mi ha portato a diventare, addirittura, la sua confidente di racconti sentimentali più o meno seri. Ne sono derivate - per me - pippe mentali, agitazioni varie, coliche a comando.

Una mia amica, l'altra sera, mi ha detto:"Pagherei per essere single due ore e scappare con quel tipo che solo a guardarci c'è del fuoco". Anche in questo caso, come sempre, non inneggio al tradimento, ma a dire la verità, forse prima a se stessi, che agli altri.

Stessa cosa per un'altra mia carissima amica, che si ostina a definire amico, uno che non può esserlo se: va a casa sua a prenderla alle 8 per andare all'università, corre da lei se è in crisi, coglie ogni occasione utile per trasformare un semplici aperitivo in occasione per stare fuori anche dopo cena.  

Non dire ti protegge nell'immediato dalle conseguenza scomode, ma a lungo andare ti strozza, ti limita, ti inaridisce. Diventa una fissazione, un'esasperazione. Si tende ad idealizzare qualcuno, accorgendosi, magari troppo tardi, che non è la reale persona che credevamo di conoscere. A partire da sè stessi. 









lunedì 14 ottobre 2013

Pensieri sparsi qua e là.



Il maschio alfa non esiste più. Ormai è assodato. Fidatevi.

Frequentare tutti i party. Anche i peggiori. Non si sa mai che ritroviate quel bambino conosciuto in quinta elementare, ai Giochi della Gioventù, e che ci passiate una straordinaria serata insieme. Perchè, già a 10 anni,  voi, avevate il fiuto per i fighi.

Fate cose che non avreste mai fatto. Potreste pentirvene, ma chissenefrega. Ormai qualcuno mi sta ripetendo come un mantra che "la vita è una sola". Non fa una piega. 

La maggior parte delle coppie (non tutte grazie a Dio) fatica a passare per le porte dei bar. Fatevene una ragione e svegliatevi. Oltre a controllare gli accessi di WhatsApp del vostro lui o della vostra lei. Se poi non visualizzate l'ultimo accesso perchè è stata tolta l'impostazione, beh.. vi siete già risposti. 

Fatevi vedere sereni, anche quando bruciate dentro. Può capitarvi, per qualche assurda congiunzione astrale, di ritrovarvi a fare aperitivo/cena con l'amore della vostra vita. Di essere evidentemente fucsia in faccia, ma con nonchalanche discutere del tempo, della partita appena giocata dalla vostra squadra, da dove provengono i vermi. (Si, l'innamoramento porta anche a queste follie). 

Andate al cinema. Con i vostri amici del cuore.

Riconoscete la luce negli occhi di chi la emana. Ci sono persone che non avvicinereste solo perchè sembrano chiuse e burbere. Magari sono le più simpatiche, intelligenti e interessanti che da anni non vi succedeva di conoscere gente cosi.

Il giacchino di pelo bianco di H&M da 34.90 euro. E' inutile continuare a girarci intorno. Bisogna andare ad acquistarlo prima che arrivi l'inverno. Ci sono cose imprescindibili da fare nella vita. 

Non fatevi mai mettere nella situazione di scegliere tra chi frequentare. Ogni persona vi regala un'emozione, uno sguardo, un consiglio. Più ce n'è, meglio è. Lo diceva anche la canzone "L'amico è", questo mi è appena venuto in mente...

Ci sono gesti da persone che non ti aspetteresti, che ti spappolano il cuore dalla felicità. Ringraziate sempre quelle persone. Anche troppo, che il grazie non è mai troppo. 
Curatevi di loro. 

Sorridete, che è cosi scontato dirlo, ma è cosi vero: non costa niente. Mette di buon umore voi e chi vi circonda. Rallegra le serate. Attirerete sempre qualcuno in più che qualcuno in meno.  E se ne avete bisogno, prendete un drink per rilassarvi un po'. 
In tal caso girerebbe anche l'economia e saremmo tutti più felici e contenti. 


Buon lunedi. 



lunedì 23 settembre 2013

Grazie amori





"...E adesso ho l'ansia, l'avidità, la fame di voler recuperare le esperienze perse, di vivere, di    vedere, di viaggiare, di fare, di mettermi alla prova.

   Ho vissuto l'ultimo anno a mille, tra divertimenti, follie, baci, amori strani, fantastici e   impossibili. Che potrei scriverci un film o addirittura un serial su questi amori che mi hanno fatto battere il cuore, perdere il sonno e i chili di troppo, che mi hanno fatto impazzire tra sms e whatsapp, fra treni persi e giornate trascorse in auto ad aspettarli. Alle ore sottratte al lavoro, allo studio, agli esami non dati e a quelli passati per miracolo. 

   Che, nonostante tutto, poche cose come il mal d'amore ti fanno sentire viva..."  

venerdì 20 settembre 2013

Buon week end Baby!



Quello che vi auguro, amiche Principesse,

è che questo week end vi dia la carica, che vi inietti buon umore a go-go e che vi rilassiate!

Che quello che conta, alla fine, siete sempre e solo voi. 

Ricordatevelo, ripetetelo come un mantra, tatuatevelo.

Perchè "Nessuno può mettere Baby in un angolo".

Vi abbraccio



lunedì 16 settembre 2013

Dobbiamo liberaci!



"Dobbiamo liberarci" diceva ieri sera una delle mie amiche Principesse. 
E si, ci ho pensato tutta la notte, ha ragione.

Dobbiamo liberarci. Di tutto quello che non ci permette di vivere con leggerezza, che la leggerezza "non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore" scriveva Calvino. 

Non sia più tempo per:

. le paure che ci tolgono il fiato e che ci impediscono di guardare oltre l'ostacolo

. dei chili di troppo, che io sono la prova vivente che, se si vuole, davvero tutto è possibile

. delle persone che basta uno sguardo per capire che non ti sono amiche

. di tutto l'alcol ingurgitato per non pensare

. di tutte quelle sigarette accese aspettando quel messaggio che non arriva

. degli uomini incapaci di prendere una posizione, di corteggiarti e, soprattutto, di amarti

. di quelle amicizie di convenienza, perchè l'amicizia, davvero, è una cosa troppo seria per avere dei surrogati

. degli abiti che ricordano momenti che non ti appartengono più e che tolgono spazio ai nuovi

. della miopia intellettuale, perchè, la fuori c'è davvero un mondo da scoprire

. dell'incapacità di sognare, che sono i desideri e le ambizioni i veri motori di ogni esistenza

. dell'egoismo, perchè condividere non sia solo avere in comune uno stato su Facebook

. della difficoltà di innamorarsi, perchè prima o poi torna sempre la primavera

. di chi non crede in te, che se vuoi, puoi davvero fare qualsiasi cosa 

. la benzina o i biglietti del treno troppo cari, perchè viaggiare non sia un lusso, ma un dovere e un diritto per tutti

. non prendersi curà di se stessi, che il nostro corpo è la nostra prima casa

. non fare follie, "le uniche cose che non si rimpiangono mai" diceva Oscar Wilde

E per voi, amiche Principesse, è arrivato il momento di liberarvi di cosa?
Aspetto di allungare questa lista insieme a voi.

Buona settimana. 






venerdì 13 settembre 2013

A.A.A. Attenzione a mettersi alla guida se...



A.A.A. Principesse innamorate vi avviso.

Secondo recenti test, è meglio non mettersi alla guida quando avete la testa tra le nuvole perchè state pensate al vostro Principe Azzurro. E nemmeno quando siete arrabbiate perchè non vi scrive o contemplate un inseguimento.

Potrebbe sempre esserci un gatto nero sulla vostra strada o un vicolo troppo stretto o, meglio ancora, una macchina parcheggiata male che, in una retro per scappare e non farvi scoprire, potreste, per qualche assurdo motivo, ciccare.

Con il risultato di: 
1) grande figura di m****
2) un fanale rotto che ripararlo vi costerà come la borsa che avete sempre sognato
3) non vedere comunque l'inseguito perchè nel frattempo ha già raggiunto destinazione

Giuro che non si tratta di una vicenda personale. 
Ma solo considerazioni provenienti dalle statistiche lette tra Cosmpolitan e Quattro Ruote.

Con amore.
Vostra. 

mercoledì 11 settembre 2013

Libri e cinema rosa: quali sono i vostri preferiti?


Amiche Principesse,

come noterete forse dai miei pochi post sono in fase mutismo e rassegnazione. 

Complice la prima pioggia, i chili di troppo accumulati dopo una lunga estate a base di alcolici di ogni genere e tipo, l'abbronzature che minuto per minuto scompare e la comparsa, invece, delle prime rughe di espressione, ho deciso di dedicarmi alla mia fase eremita.

Quella fase che, ogni tanto, mi serve a riordinare i pensieri, fare la lista dei to do e progettare il breve periodo (sul lungo ci ho ormai rinunciato da un po'). 

Cosi, pervasa dai miei interrogativi sul mondo maschile a noi tanto caro, ho cercato aiuto in quei libri di spessore, culturali e saggi come "Il diario di Bridget Jones" e "Sex and the city".

Scontata? Forse. Ma almeno sorrido trovando cosi tante storie simili alle mie e a quelle delle mie amiche che mi sento un po' meno sfigata del solito.

E voi.. avete letto libri ironici sull'amore? Quali? E che film consigliate alle ragazze sentimental-romantiche che credono ancora nel Principe azzurro? 

Dai facciamo una lista insieme, aspetto con ansia i vostri commenti! 


martedì 3 settembre 2013

Non ci sono regole


Che in amore non ci siano regole, è l'unica regola. 
Rischierò di essere banale, care amiche Principesse, e non voletemene, i miei neuroni devono tornare a pieno regime dopo un mese di lettino, spiaggia e numerosi aperitivi distruggi-fegato.

C'è però - che come sempre guardando alla mia vita amorosa e a quella delle mie amiche - la mia tesi sulla vita hippy si rinforza e che seguire diktat da Cioè o improvvisarsi le protagoniste di 50 sfumature non sempre porta al risultato sperato.

Farò presto a raccontarvi questo mese e mezzo in giro per il mondo, con il cuore in subbuglio tra un Principe che ormai mi ha di certo dimenticato (ricordate quello dei -8 kg? Da salvare solo per quel motivo) e uno che mi ha rapito il cuore da quando avevo 14 anni e che continua a trattarmi con bastone (il suo non presentarsi agli appuntamenti è ormai un rito) e carote (messaggi ad ogni ora per farmi sapere che c'è). 

Me ne sono voluta andare lasciando a casa le buone maniere per trasformarmi in una vera bad-girl, lontano da tutti e da tutto. Ho bevuto come se non ci fosse domani, salvo poi, ritrovarmi lividi e graffi di cui non rammentavo la causa. E nel frattempo, ho scoperto il perchè tante regole non valgono.

Perchè Lui può essere anche bello da matti, interessante, intelligente. Fare il primo passo, baciarti tipo Cenerentola.. salvo poi scoprire, a fine serata, che è gay. A poco sono quindi serviti gli sguardi da panterona e il fatto - fintamente - di tirarmela un po' per vedere se mi cercava. Della serie in "amore vince chi fugge".

Quello invece che pensavo mi potesse regalare una passeggiata sul lungo mare, parlando di squat e pesistica, la sera che l'avevo invitato da me, si è presentato con una biondona maestra di tennis, che insomma.. non potevo di certo competere. 
Anche in quel caso a poco è servito sfoggiare il mio costume glitterato da 99.90 euro pagato 9 euro con tanto di oblò che lascia poco sulla riflessione della mia taglia di reggiseno. 

Chi invece la passeggiata me l'ha fatta fare e anche il bagno di mezzanotte, mi ha chiesto di trascorrere la serata a parlare. Solo che avrei voluto lo facesse quando avevo 13 anni. Adesso il pericolo di innamorarsi per una cercamore come me è dietro l'angolo. Quindi, anche in questo caso, niente, se mi cerchi, mi chiudo a riccio!

Ad una festa, invece, ho visto una specie di dio greco in tuta, lanci di sguardi roventi per l'intera serata.. ah un particolare: è fidanzatissimo. Lei l'ha mandata a casa, lui però è rimasto alla festa senza smettere di fissarmi. Ma io, di pugni in faccia, mica avevo voglia, quindi mi sono ritirata. 

Serata in una delle disco più fiche d'Italia che ho deciso, un giorno, eleggerò a mio domicilio. Vedo lui che non è mica il mio tipo, ma ha un che di sexy, mi si avvicina, balla, mi offre il suo drink, mi dice che, come me, non balla nessuno. Quindi penso ci stia provando e lo abbraccio. "Scusami, ma sono fidanzato". Altro colpo, vabbè. Alzo bandiera bianca. 
Ci ritroviamo all'uscita, sotto una pioggia infinita di metà agosto. 
Si gira, mi guarda, sorride e mi dà un bacio a stampo. Ci rifugiamo - tutti gli sfigati presenti nel momento di maggiore precipitazione - sotto una tettoia. Con la scusa "Vieni qui, cosi non ti bagni" mi riabbraccia e mi bacia un po' di più dello stampo. 
Ieri, pubblica la foto avvinghiato alla fidanzatina, celebrando il "che bello è un anno che stiamo insieme". No comment. 

Questa è la mia tragicomica estate amorosa. Che non faccio considerazioni sulla mia situazione sentimentale altrimenti potrei riprendere quei 10 kg affondando i denti su pizza, Mc Donald's e Nutella. Però, era, cosi, tanto per dire. Che non ci sono regole in amore. Che quello che deve succedere, succede. E spesso, come sempre raccontiamo, succede quando meno ce lo aspettiamo. 

Io non mollo, però, e continuo a crederci. Spero anche voi. 
Buon rientro a tutti voi 



giovedì 22 agosto 2013

Quella cosa li


Cos'è quella magia che ti prende nel momento in cui incrociate il suo sguardo?

Avete presente Cristiana Capotondi, in Vacanze di Natale '95, quando vede Luke Perry? 
Lui che entra trionfale come un Principe Azzurro? Quella scintilla creata dalla luce che gli fa da sfondo? (E se non l'avete mai visto, provvedete subito http://www.youtube.com/watch?v=a2FxMSkeoYo )

Chiamatela magia, scintilla, sbrillucichio, friccico ner core... come volete. 
Quelle farfalle nello stomaco, quelle bollicine impazzite come se foste uno champagne in attesa di essere stappato. Quell'emozione che vi annoda la gola, la pelle d'oca che spunta anche su braccia perfettamente depilate, quel rossore che vi pervade appena leggete sul display del telefono il suo nome. 

Ecco quella cosa lì, è una delle cose per cui vale la pena vivere. 

Che non ti capita mica una volta al giorno, la settimana (e se t capita, invece, devi avere un gran culo), magari succede una volta nella vita o magari qualche volta in più. 
Quella cosa lì ti porta sulle montagne russe delle emozioni, ti fa gongolare e sognare ad occhi aperti, ti fa sentire come se ti fossi fumata cinquanta chili di erba, senza nemmeno sapere come è fatta una foglia di marijuana. 

Che succede, ed è fantastico. E che è il mio augurio per tutti voi. Perchè ne vale la pena, sempre. Anche se vi porterà a tante lacrime, a perdere otto chili in tre mesi o a rimpinzarvi di gelato in pieno agosto, quando invece dovreste sfoggiare il vostro ultimo scintillante bikini.

Io ve la auguro quella cosa lì. 
Vivetela a mille, come se non ci fosse domani. 


martedì 13 agosto 2013

Siamo cinque in una


Letture da ombrellone.            
 Necessarie, futili, contagiose.        
 Talvolta spunti di riflessione. Interessanti, dinamici, caleidoscopici.                                

"Vorrei essere cinque donne alla volta" disse Dominique Sanda, diva degli anni '70.                                       Mi sono chiesta, allora, amiche Principesse, quante donne siamo in una. Siamo figlie, madri, guerriere, crocerossine e civettuole.                  
Siamo tutto, in uno, sempre.                  
A seconda dei momenti e dei luoghi un aspetto prevale sull'altro.                      

Siamo figlie, quando nasciamo, vediamo il mondo per la prima volta e poi un sacco di altre volte ancora. Perché rinasciamo continuamente, dopo una caduta, un amore andato male, un'amicizia fallita. Siamo figlie dei nostri genitori - o meglio di chi ci ha cresciuto -di chi ci ha dato la mano, dei nostri ideali e delle nostre passioni. Siamo figlie quando ci lasciamo cullare, coccolare, abbracciare senza riserve e con il cuore limpido. Quando siamo pronte a ricevere.                                              

Siamo madri, ogni giorno. Che non vuol dire solo fare dei figli. Siamo madri di noi stesse e siamo pronte, in questo caso, a donare. Ci prendiamo cura di noi, dei nostri sogni o anche semplicemente dei nostri giardini in fiore. Generiamo continuamente: soluzioni, idee, speranze e paranoie.                                    

Siamo guerriere, quando la vita ci lancia nel campo di battaglia, solitamente la davanti, senza scudi o protezioni. In prima fila. Sotto una pioggia di proiettili, di bombe a mano o di granate. Come lo sono le grandi prove, i lutti, le perdite, le delusioni, i progetti di lavoro da portare a termine in una notte o gli esami da preparare all'università'. E non smettiamo di lottare, mai, anche se a disposizione non abbiamo più armi, non abbiamo un fisico da Tomb Rider e nemmeno i poteri magici.                                              

Siamo crocerossine, perché, nelle difficoltà di chi ci sta a cuore, cerchiamo di individuare la medicina più adatta, che può essere un sorriso, una torta a sorpresa o guardare le stelle di notte, in una spiaggia, per cacciare i brutti pensieri. E lo siamo, soprattutto,verso di Lui, verso quel Principe che ci ruba il cuore e tutte le sue certezze. E a qualsiasi ora Lui chiami, noi siamo pronte, meglio quasi di un 118 svizzero.        


Siamo civettuole, quando ripassiamo tre volte le ciglia di rimmel, indossiamo il vestito perfetto e passiamo un velo di rossetto sulle labbra. Quando guardiamo in modo malizioso, baciamo con la foga dei 16 anni e rendiamo indimenticabili certe notti d'amore.
Perché siamo così. Cinque in uno. Sempre. E comunque. Bellissime, straordinarie, uniche.

venerdì 2 agosto 2013

E poi succede quello che non ti aspetti

Che capita quello che non t aspetti. Quasi sempre. Inevitabile, imprevisto, insperato. 


Che stai tutta una sera ad aspettare il Principe azzurro che aveva promesso sarebbe passato a salutarti. Quindi pulisci casa che manco Mastro Lindo, prenoti la ceretta totale (che si sa mai), ti metti il vestito perfetto, quello panna, occasione dei saldi che un'occasione così non ce n'è. Che passano le mezz'ore, poi le ore. Passa una sera intera. Nessun messaggio, nessuna chiamata e tu, li, a sentirti la scema del villaggio, ancora una volta fregata, ancora una volta trafitta nell'anima. E non te lo aspettavi. È sparito, non si è più palesato. 
Gli sarà successo qualcosa? No. Esci per non pensarci e trovi sua sorella a fianco a te,a fare aperitivo. Quindi non è morto, non è in ospedale, non sta rantolando. È vivo, gli mancano le palle. Ma si sa, quella e' un'altra storia. 

Poi succede ancora, quello che non ti aspetti. Che vai a farti una serata, per non pensare a niente, lasciarti tutto alle spalle. E poi trovi lui. E poi trovi loro. E lo sai che è una garanzia. Che sarà una serata indimenticabile. È così succede. Perché ci sono delle persone, che se anche le hai viste tre volte nella vita ti regalano più emozioni di quelle che conosci da tutta un'esistenza. Che ti fanno ballare come se non ci fosse domani, ti fanno scoppiare il cuore dalla felicità, ti baciano come se fossi una Principessa. Che il giorno dopo ti ci vuole il mix di magnesio-potassio per tirarti su. Ma anche quella, e' tutta un'altra storia. 

E succede, ancora una volta, quello che non ti aspetti. Che ti chiami un amico di cui era pazza nelle tue estati da teen passate al mare. Che ti inviti da lui e trascorriate un pomeriggio a passeggiare a bordo del lago, sotto la pioggia, guardandovi e sorridendo. E che di anni ne siano passati oltre 10, ma anche questa e' tutta un'altra storia. 

E succede, ancora, che una sera si avveri quel sogno che avevi fin dalle elementari, di vedere il tuo cantate preferito. Il tutto grazie ad un angelo. E che per l'intero concerto tu rimanga li, con gli occhioni pieni di lacrime, purezza ed entusiasmo.

 Che alle volte, non aspettarsi niente, è meglio perché la realtà può essere di gran lunga più straordinaria della fantasia.  

martedì 23 luglio 2013

God save the Royal Baby!


"It's a boy!" 

Bando a chi ha sempre detto che non gliene frega niente, che fa commenti strampalati o che non coglie, almeno, il valore storico del momento. 

E' tutto perfetto, in questa storia. 

Kate è la rappresentazione vivente di cosa significhi essere Cenerentola. Che capita ad una su un milione, certo, ma può capitare. Ed è capitato a lei. Ho seguito in diretta tv il matrimonio. Ho pianto, con il singhiozzo, da quando con il padre è salita in macchina a quando Pippa l'ha accompagnata all'altare, a quando, lei e William si sono affacciati sul balcone di Buckingham Palace (io che di Will, da piccola, c'avevo il poster attaccato in camera). 

Sfioro il diabete, il mieloso, lo zuccheroso. Lo so. Ma cosa c'è di male? Cosa c'è di cosi terribile da dirottare la mente - anche solo per qualche momento - su una cosa cosi bella come la felicità di due persone che danno alla luce un bambino? 

Che mi sa, a volte, ci si stringe un po' troppo nel proprio egoismo, nell'invidia verso gli altri e si critica, a priori. Tanto per dire qualcosa. 
Ma prendetela con leggerezza, suvvia! 

Evviva il Royal Baby. 
Evviva Kate, una Principessa moderna che ci fa sperare, anche solo per cinque minuti, che si può davvero trovare il Principe Azzurro. 
Evviva William, che se l'è cavata senza una mamma, che è il classico bravo ragazzo e mica se la spassa tra feste e cavalli, ma si è preso due settimane di congedo familiare dal lavoro. 

Un po' come succede a noi comuni mortali, che non partoriamo certo in una camera da 6mila sterline a notte e che come ginecologo non abbiamo quello di The Queen.
Ma anche nella Royal Family un pizzico di normalità c'è. E io sono felice per loro. Per gli inglesi, che festeggiano un bambino, che scommettono su data-nome-sesso-peso-segnozodiacale, che colorano di blu una città. 

Averla, qualche volta, la loro leggerezza, invece di tante sterili polemiche su tutto, come succede qua. 

Per quell'attesa spasmodica, diventata, in questi giorni anche mia, attaccata a Twitter per avere info in "tempo reale" :-) 

Perchè, i lieto fine, ogni tanto esistono e l'unico divieto è smettere di sperare. 
Sempre. Nonostante tutto. 

God save the Royal Baby! 

martedì 16 luglio 2013

Voglio viverti. Un must.

“Voglio viverti”. 

E’ questo il must dei nostri tempi. 
Non più “Ti amo”, “Ti voglio sposare”, “Per sempre”. 
No. Ti voglio vivere. 
Fa meno impressione, fa meno paura, è una zona d’ombra tra il tutto e il niente, tra la coppia e l’amicizia, fra lo sfiorarti con lo sguardo e metterti una mano dentro i pantaloni.

Perchè oggigiorno chiedere a qualcuno di impegnarsi è come trovare un lavoro per il quale hai studiato, vincere a "Turista per sempre" o incontrare uno con le tasche di Mark Zuckerberg e la faccia di Brad Pitt. 


Il viverti non contempla legami, obblighi, termini. Finchè c'è, c'è. Se poi finisce non puoi reclamare niente. E' una sorta di patto silenzioso, un accordo tra due persone a frequentarsi, conoscersi, amarsi, ma senza convenzioni. Un po' alla hippy. Come piace tanto a me. 
Ma il problema nasce quando qualcuno dei due spera in qualcosa di più.
Accade perchè è umano, necessario, vitale. 

Esistono anche i cinici, sfrontati, quelli che l'importante è segnare la/il tipa/o con cui sono stati manco fossero carcerati con 30 anni di pena da scontare che contano i giorni. 

Spesso succede che uno comincia a sperare, a pensare che dal tacito accordo qualcosa si possa urlare al mondo. Di una semplicità complicata. Un casino nel casino. Una tensione perenne tra ciò che è e potrebbe essere.

Capita anche, molte volte, che per la paura suddetta, appena qualcosa cambia si molli tutto per evitare di buttarsi, di gioire, di soffrire. Insieme. Oggigiorno condividiamo tutto: pensieri, foto, illusioni, speranze, stati d'animo. Ma facciamo fatica a condividere noi stessi con qualcun altro.

Che se ci mettiamo una maglietta con il logo di Facebook o Instagram cambi qualcosa? Mah, potrebbe essere un'idea. 





mercoledì 10 luglio 2013

Io l'amore l'ho visto



Sarà che ultimamente sono più sensibile del solito, ma ieri, vi assicuro amici Principi e amiche Principesse, che so, di aver visto l'Amore, quello con la A maiuscola.
Quello per cui pensi che c'è ancora un motivo per cui sperare, che ti fa venire la pelle d'oca, che ti devi mettere gli occhiali scuri, che sennò sembri una fontana.

Discutevo del più e del meno, in un assolato pomeriggio di metà luglio. In gelateria.
In lontananza vedo arrivare dei bambini che giocano, sorridono, corrono. Invidia, averli i loro pensieri. Poi mi volto e noto un signore di una certa età spingere una carrozzina.
Lo vedo stanco, provato, ha delle rughe profonde sulla fronte e lo sguardo triste, di chi non ride da un po' di tempo. Pochi capelli bianchi e i baffi, che io non so, ma mi fanno tenerezza. 

Sulla carrozzina c'è una signora. Ha più o meno la stessa età. I capelli tagliati cortissimi che ne induriscono il viso. Lo sguardo è perso nel vuoto. Non muove le mani, non gira la testa. E' rivolta verso un punto fisso, con una maglia informe che ne copre il corpo.  

Si fermano alla gelateria. Lui la avvicina ad un tavolino. 
Entra nel negozio e lei resta fuori, sola, un paio di minuti. Poi lui ritorna. Con una coppetta cioccolato e panna. Un solo cucchiaino. Il primo è per lei. La imbocca con delicatezza. Accenna un sorriso. Poi assaggia lui il gelato. Lui la guarda con tristezza, ma con un senso di profondo amore e rispetto. Un solo cucchiaino, a condividere tutto: dalla dolcezza di un gelato di metà luglio, all'amarezza delle difficoltà che devono affrontare. Rimangono circa mezz'ora. Lei non parla, ma lui le accarezza la fronte. Poi si alza. Inforca la carrozzina e se ne vanno.

In quella mezz'ora ho visto l'amore. Che si ci fosse un premio io l'avrei dato a quella coppia di ieri. E non c'è bisogno di considerazioni particolari per capire perchè. Questa è la vera forza del sentimento. Oltrepassare ogni difficoltà, barriera, sfortuna. 
Io li ringrazio quei signori. 
Niente è stato più buono e più bello che vederli sperare e amarsi, nonostante tutto, tra un cucchiaino di cioccolato e uno di panna. 

giovedì 27 giugno 2013

Amori impossibili


Gli amori impossibili. 

Gli amori impossibili sono quelli di cui trovi il nome scritto su una Smemoranda del 1997. Pieno di colori, perchè sei nel vivo della giovinezza e non sai, ancora, cosa sia davvero l'amore. Aspetti lui fuori da scuola, vai a vedere le sue partite di pallone, ti piazzi in piena estate al campo di atletica per guardarlo girare in tondo e per te è come se fosse Bolt. 

Sicuramente il più bello, il più bravo, quello con cui sogni di avere una famiglia, dei bambini, una casa. Perchè il bello è che sei ancora adolescente e che non sai ancora come vanno realmente le cose. Vivi in una sorta di post-canna costante. Decori il diario con penne glitterate ed Uni-Posca manco fossi la reincarnazione di Picasso o Andy Warhol. 
Che se ci pensi adesso, non ti viene altro da dire: che tenerezza!

Il massimo che fa lui è salutarti sorridendo in modalità Tom Cruise su Top Gun. 
Le mani ti sudano, tu impacciata spari cazzate - a me succede anche ora, comunque - sorseggi una granatina. Lui te la chiede. Bevete dalla stessa cannuccia che, puntualmente, verrà attaccata sul diario a mo' di reliquia con tanto di venerazione notte e giorno. 
Poi ti succede di essere trasportata sul tubo della sua bicicletta o che una viglia di Natale lui ti accompagni, davanti alla scuola, stringendoti la manina. E pensi seriamente al motivo per cui dovresti lavartela, quella mano, da li all'eternità. 

Poi le scuole si dividono, gli interessi e gli amici anche. Le Smemo diventano più serie Moleskine. Tu sai, però, che lui rimarrà sempre nel tuo cuore, un grande amore impossibile. 

Può capitare, però, che un giorno la vita ti faccia un regalo e che dopo oltre dieci anni te lo rimetta sulla tua stessa strada. E succeda che lui ti confidi di aver sempre avuto un debole per te. 

Ma nel frattempo sono cambiate troppe cose che rendono quell'amore sempre e comunque impossibile. Può capitare che vi baciate. Che poi non vi risentiate per altri anni. Perchè gli amori impossibili sono anche pericolosi. O può succedere, anche, che una sera ci facciate l'amore insieme e che vi sembri la cosa più bella che avete mai provato nella vita.

E che quindi, anche se non avete più una Smemoranda, ma una Moleskine, vi ritroviate ancora a scrivere il suo nome con l'Uni-Posca e le penne glietterate. Che quell'amore vi sembri un po' meno impossibile, ma comunque mai vostro. Lo sapete. Troppe cose vi dividono. Ma il vostro cuore lo terrà sempre lì. 
Perchè gli amori impossibili sono gli unici che non finiranno mai. 
Ed è l'unica certezza che avrete per sempre. Ed è questo che li rendi unici e cosi speciali. 







lunedì 17 giugno 2013

E non mi serve altro


Che è il primo lunedì di caldo folle. 
E i pensieri si mischiano con l'aria di quest'ora, al tramonto, che è la mia preferita.

Amici, mare, drink. E non mi serve altro. 

Che durante i giorni il mondo è davvero un brutto posto dove vivere, ma quando meno te lo aspetti, quando pensi di aver perso le speranze, ci pensa lui a indicarti la direzione.
E la mia è questa. Cercare, bramare, rincorrere la leggerezza del cuore. 
La verità dell'amicizia e di quelle confidenze cosi importanti. Di quelle che si fanno solo quando arrivi ad un certo livello di corrispondenze d'anime. Di quelle cose che non occorrono parole, ma solo uno sguardo. 
Un abbraccio per dirsi tutto. E non mi serve altro.

Perchè quando capisci che sei importante per qualcuno, che sei il miglior compagno di ballo, di bevute in riva al mare e di musica tamarra, allora li, non mi serve altro.

Che il mare, è la cosa più bella che abbiano inventato. E che qualsiasi sia la sua latitudine, colore o estensione è il suo profumo che ti mette in pace cuore e mente. E non mi serve altro. 

Che dei drink, io li ho scoperti da poco. E che non mi sono mai ubriacata. Mi tengo tutto per il giorno della laurea. E' la promessa che ci siamo fatti io e mio padre. Ma quella leggerezza che ti regala un sorso di buon vino è un piacere che non si discute. E non mi serve altro.

Buona settimana amici Principi e amiche Principesse.




venerdì 14 giugno 2013

La passione malinconica degli amanti

La passione malinconica e intensa che vivono solo gli amanti, quella che al mattino lascia l’amaro in bocca e l’altra parte del letto vuota”. 

                                                                                              Mumford & Sons – Lover of The Light


Questa frase l’ho letta in un blog che parlava di canzoni. Mi ha fatto riflettere su un tema al quale pensavo in questi giorni, dopo che avevo visto una puntata di Teche Teche Te’, sulla Rai, dedicata all’argomento: il tradimento.

Dai tempi in cui con le otto famiglie di amici dei miei e relativi bambocci andavamo al cinema, a vedere i cinepanettoni, a Natale, ho sempre pensato che la realtà fosse che quel figo di De Sica doveva per forza avere sempre l’amante, che l’uomo italico fosse un piacione e che anche le donne mica si tirassero indietro sul civettare con questo e con quell’altro.

Qui parliamo di rapporti amorosi. E non di tradimento in generale. 
Sapete già il mio hippy-pensiero: l’amore libero semplificherebbe molte cose. 
Cioè la monogamia, anche per chi ne fa una bandiera, non è reale. Almeno oggi. E forse anche ieri. Smettiamola di pensare che al tempo dei nostri nonni la morale fosse il faro che illuminava le loro vite cristiane dedite a chiesa, lavoro e famiglia. Roma è caduta anche a causa della lussuria. Ne siamo portatori sani dalla notte dei tempi. E’ nella nostra genetica. Inutile farne slogan integralisti.

Sfido chiunque – felicemente accoppiato – a non aver mai pensato, desiderato o frequentato una persona diversa da quella con cui sta o stava. So che le questioni sono delicate e lungi da me banalizzarle. L’ipocrisia, invece, mi disturba un pochino di più, mentre le critiche e i pensieri diversi da quelli qui abbozzati sono i benvenuti.


Sono stata tradita. Ti distrugge l’autostima, ti fa mangiare il fegato dalla rabbia, ti mette faccia a faccia con una realtà che probabilmente non volevi vedere e che invece era già sotto i tuoi occhi. La fiducia nel prossimo ne risente: chiunque venga dopo, paga il conto lasciato da qualcuno altro.

Ho tradito. Ho toccato il cielo con un dito perché quella persona mi ha fatto sentire speciale, importante come mai nessuno aveva fatto prima. L’ho amata in qualche modo. E’ sparita, tornata, sparita, poi tornata. Nulla di ciò che ho fatto è stato superficiale. Mi sono gettata senza rete in qualcosa di folle. Ne ho pagato le conseguenze. Di ogni tipo. Ma se tornassi indietro, lo rifarei. Ci ho messo il cuore. Non è stata una cavolata, un capriccio o un attacco di egoismo. Per quella persona mi sono spinta cosi oltre perchè ci credevo. 

Non sempre tradire è solo cercare qualcosa di diverso, di estemporaneo, una fuga dalla realtà. Molto spesso ci sono sentimenti veri, sotterranei, che però, per quelle che sono le nostre radici storiche, culturali, religiose sono vietati, aborriti, additati. 

Questo non è un inno al tradimento, allo sfasciare famiglie felici o coppie in procinto di grandi passi. E' solo un piccolo monito a pensare di più al perchè certe cose succedono, perchè si cerca oltre se stessi e la propria coppia e se le regole fino a che punto fanno il bene. 

Perchè la vita degli amanti è "passione malinconica e intensa, quella che al mattino lascia l’amaro in bocca e l’altra parte del letto vuota”. 

Alla fine, quindi, nessuno è felice davvero. 






lunedì 10 giugno 2013

Su coraggio!


Coraggio!
Non è un'esortazione amici Principi. E' un imperativo.
Prendete il coraggio a due mani, suvvia!

Possibile che nelle vene non vi sia rimasta traccia alcuna della galanteria di cui erano portatori i maschi delle precedenti vostre generazioni?

Non mi capacito. 
Rido - sul fatto - poi mi deprimo, pensando a quanto mancate di seria capacità di corteggiamento e di regole base dell'educazione.

Se con i vostri smartphone - sono stufa di ripeterlo, ma è cosi - siete imbattibili o se attraverso Facebook fate mandare la richiesta di amicizia dai vostri amici per sbirciare su quello di una tizia, considerate seriamente la situazione. E' preoccupante. E' un'onta a Lancillotto, Re Artù a Paolo (quello di Francesca). 
A qualsiasi eroe della vita quotidiana che ha almeno il buon gusto di saper interloquire in modo decente con una Principessa.

Potrei considerare milioni di fatti, nell'ordine successi in questo ultimo week-end, momento fecondo per le mie blog-ispirazioni.
Allora, il tizio in questione prima telefona, poi si fa belloccio - drink alla mano, perchè ovvio deve gasarsi un attimo - poi parla con la mia amica Principessa e, da un momento all'altro, se ne va. Ci chiediamo ancora, dove, perchè, con chi. Cosi, senza un minimo di educazione, di saper fare, di modo.

La seconda riguarda un altro Principe e relativa Principessa: storia infinita, sguardi, messaggi,baci, lunghi silenzi. Quando per un intero week end lei ha fatto di tutto per vederlo, quando ormai le speranze erano appese ad un filo, ecco. Lui arriva. Si vedono. Sguardi sfuggenti. Lui non saluta, non fa finta di passarle davanti. Come neanche fosse. 
Salvo, però, ricordarsi il numero di telefono di Lei anche se non lo aveva salvato in rubrica (se te lo ricordi vuol  dire che in qualche modo lei ti interessa, a meno che tu non sia un Nash della situazione).

La terza sono io, che in balia dei festeggiamenti post-mio compleanno, mi sono lasciata andare baciando un tizio per me abbastanza belloccio. Niente di più se non un paio di balli insieme e qualche bacio. Ecco. Io non pretendo l'anello al dito, nè l'amicizia su Facebook (a quella ci hanno pensato i suoi amici), ma un "Ciao" se mi incontri per strada ti pare troppo? Pensi che io mi faccia castelli per aria, che gongoli alla ricerca di un appuntamento, che speri che tu diventi il mio Principe Azzurro? Hai sbagliato bello mio. 
Non ci sei proprio. 

Mi sarebbe bastato solo un saluto, un sorriso.
Solo un po' di coraggio. 
P.s. Non esiste su Facebook. Non fare chiedere ai tuoi amici l'amicizia.  



giovedì 30 maggio 2013

Chi mi sveglia?

Datemi un pizzicotto.
Non ci credo ancora. La scorsa settimana, esattamente fra due ore, cominciavano i festeggiamenti del mio 28esimo compleanno. 

Non so, ma ero agitatissima, mani sudate, cuore a mille. 
Scema ci sono dalla nascita, quindi non è che con l'età la cosa migliori, anzi.

Sono uscita con le amiche, per aspettare la mezzanotte. Mascherine Happy B-day, calici alla mano, muffin di McDonald's con le candeline, shopper delle Principesse Disney - in onore al blog - super fico bracciale-orologio-gioiello verde acqua, portafoglio - ovviamente rosa - e libro del Grande Gatsby (andate a vederlo, non solo per Leo. Le feste vi faranno morire).
Il maltempo non ha permesso alle ragazze di levare in aria una lanterna cinese per farmi esprimere un desiderio. Non sapendo che, tutto quello che desidero, è solo il loro affetto quotidiano. 
Prima di addormentarmi, già gasata dalla serata, è arrivata la mail del Maestro. Di colui che ha fondato il mio lavoro. Della penna più prestigiosa a livello italiano e più conosciuta a livello internazionale nel mio settore. Ok. Bava alla bocca. 

La mattina, che io mi sveglio alle 6, solo in tale occasione - come i bambini a Natale per vedere i regali sotto l'albero - ho trovato il suo messaggio. Semplice, ma ironico. Dopo un mese che non mi scriveva. Perfino un like su una mia foto su Facebook. Li ho gongolato, ve lo dico, nonostante il giorno prima gli avessi augurato una dissenteria estrema ed acuta. 
A portarmi la colazione con i bomboloni alla crema - i miei preferiti - ed una rosa rossa screziata di giallo la mia amica, con una lettera da commozione-risate a crepapelle su questo ultimo anno da single condiviso tra una lacrima, una sigaretta, un "Perchè cazzo non mi scrive".

La sera, mie amiche sono giunte in macchina con tre palloncini con scritto "Ti Voglio Bene". Poi mi hanno fatto un regalo per ogni mia caratteristica (corona di fiori e collana con simbolo della pace per il mio essere hippy inside, ciglia finta, occhiali a cuore, glitter...) sfoggiando, infine, una super borsa di pelle color fragola che l'invidia mi trafiggerà. Lo so.

In serata, con occhiale a forma di candeline e scritta Happy B-day e diadema da Principessa in testa,mi sono aggirata per i locali del centro, incontrando il prof. con cui vorrei fare la tesi di laurea. Avrei preferito presentarmi in modo più conveniente, ma sono certa, che almeno, non si dimenticherà di me.  

In serata, dopo un milione di pensieri-messaggi-chiamate, ho visto il figo della disco per cui ho sbavato tutta la stagione. Ovviamente non potendo non passare inosservata ha scoperto del mio compleanno. Mi ha abbracciata. P.s. Motivi per cui adoro il compleanno: avere una scusa per baciare chiunque. 
Tra una vodka lemon, uno short e un Prosecco mi sono addormentata molto felice.
L'indomani la finale del campionato. Due ore di strada con i miei amici del lavoro per andare a sostenere il nostro amico nell'appuntamento con la storia. All'andata festeggiamenti on the road con crostata della mamma, candeline e canzone di rito. Poi la partita. Al cardiopalma. Fischio finale. Campioni d'Italia. Quindi bacio a stampo del mio giocatore preferito. Ok a quel punto potevo anche morire.Al ritorno spumante su bicchieri di plastica per festeggiare vittoria e compleanno. Come ciliegina McDonald's di mezzanotte. Quello che manco se te magni un quintale di kilokal lo spazzi via. 

La domenica ritrovo con altri amici. Alla comunione della bambina. L'unico essere inferiore ai 12 anni che amo. Che quando ti abbraccia, ti spappola il cuore di felicità. Sono stata l'unica amica invitata. Tutto il resto era famiglia. A riprova che la famiglia non è un legame di sangue, ma di fatto. Il tutto suggellato dal sigaro, il "nostro" vizio. 

Lunedì il risveglio con un obiettivo: passare l'esame di mercoledì. Studio no stop. Cellulare silenzioso. Una mail. Di chi? Della persona che mi ha ispirato, del blog che mi ha fatto riscoprire tante bellezze della vita. Di Little Snob Thing. Di Alessandra Airò, cioè una musa, un mito, un esempio. Non potete capire il livello di eccitazione. 
Studio matto e disperatissimo. Mercoledì esame. Domande sugli argomenti che so meglio. Finalmente chiudo il cerchio. Quell'esame che mi porto dietro da quattro anni e che non riuscivo mai ad affrontare è stato fatto. Basta. Non c'è più. Mi sono liberata. 

Cioè, chi mi sveglia dal sogno? 
Ah.. domani festeggio ancora. 
All together. 
Se sopravvivo vi racconto il resto..

Peace&Love. 

lunedì 20 maggio 2013

10 regole per diffidare di.

Questo vuole essere un post molto ironico amiche Principesse.
Che se non ci ridiamo su, tra una temporale e una mancata telefonata, qua non va proprio alla grande.

Quindi ho stilato un decalogo dei Principi di cui diffidare, sulla base di statistiche aggiornate, racconti e comportamenti dei maschi con cui io e le amiche mie abbiamo quotidianamente a che fare.

1) Diffidare di coloro che chiedono l'amicizia su Facebook invece che presentarsi dal vivo. Lo fanno anche se siete nello stesso locale, a 20 cm di distanza. Belli erano i tempi in cui queste tecnologie che hanno raddoppiato i contatti non esistevano. WhatsApp e affini non ha fanno altro che mortificare i rapporti, ridurli ad un "Visualizzato alle", punteggiarlo di "faccine" che non corrispondo, spesso, alle espressioni reali di quando vengono digitate. Se è coraggioso il Principe verrà li, con una banale scusa, per attaccare bottone.

2) Diffidare di chi, al secondo appuntamento, ti invitano a dormire da lui. Pratica ormai diffusa. Se spalanchi gli occhi al solo udire tale invito, verrai considerata retrò-barra-sfigata. Se dormo con te al secondo appuntamento, qual è la possibilità di far durare un rapporto dopo? Tutto e subito? Come McDrive-panino-digestione-chili sulle cosce?

3) Diffidate di coloro che ascoltano i Club Dogo. Non me ne voglia Guè Pequeno felice nuovo fidanzato di Nicole Minetti (Dio li fa e li accoppia, mai stato più vero). Che sentire "Ciao, ciao, non so quando torno" oppure "Mi sono tatuato un aeroplano per volare in alto", ma anche no. Vi prego. Questi poi si sentono autorizzati a dirvi "Aspettami che torno". E voi rimarrete li. Probabilmente all'infinito. Ed oltre. 

4) Diffidate dei calciofili. Banali, scontati, stereotipati (spesso juventini:non so perchè, ma sono tutti bianconeri quelli che consociamo noi).

5) Diffidate di coloro che si fanno chiamare bomber. C'è perfino un gruppo su Fb "Chiamarsi bomber tra amici senza particolari meriti sportivi". E qui dovreste dedurre voi senza altre spiegazioni...

6) Diffidate di coloro che - per i punti 4 e 5 - sono anche ultras e minacciano di mettere tutto su You porn. Eviterei foto osè che potrebbero nuocere alla vostra reputazione.

7) Diffidate di coloro che sono perennemente on line e messaggiano quando sono con voi nella più totale indifferenza della vostra presenza. Magari ridono anche quando leggono. Palloni gonfiati!

8) Diffidate di coloro che non utilizzano il preservativo per principio. A meno che voi non siate d'accordo. Sapete che io sono per la libertà. A parte malattie e co. questi soggetti vi diranno che siete le uniche con cui vanno, salvo scoprire, in futuro, che non è cosi. Quindi evitate di scoprirlo tramite spiacevoli inconvenienti (vedi candida e co.) 

9)Diffidate dei narcisisti. Di chi passa ore a depilarsi, a trovare l'outfit giusto o l'occhiale all'ultima moda. Credete mica che bagni e specchi saranno tutti per loro? Provare per credere.

10) Diffidate degli egocentrici, di quelli tipo "Tutto gira intorno a me". Al massimo c'era una pubblicità ci cui loro si fanno paladini probabilmente. Nessuno deve diventare il centro del mondo dell'altro, ma se si comincia a passeggiare, lo si fa insieme. 
Spesso questi Principi conquistata la preda, la liquidano sparendo. Spiegazioni, parlare guardando negli occhi? Sia mai. Loro siamo troppo perfetti per abbassarsi a questo. 
Loro sono bravi solo ad abbassarsi i pantaloni.