Tredici giorni dall'inizio del 2014.
Un anno di blog.
Racconti, storie, sorrisi, lacrime, riflessioni.
Sempre da Principessa. Perchè Principesse si nasce.
E se ho capito qualcosa in questo anno è stato quello di non risparmiarsi.
Amare.
Tutto.
Sè stessi, gli amici, chi ci fa battere il cuore.
La famiglia - che non sempre è quella di sangue - il lavoro - anche se a volte ci fa impazzire e vorremo uccidere il capo - la bellezza che ci circonda.
Che è tanta, la bellezza che ci sta intorno.
Basta lasciare aperta la porta del cuore.
Spalancatela quella porticina.
Non ve ne pentirete.
E' stato un anno straordinario.
Ho conosciuto un sacco di persone, vissuto altrettante esperienze, mi sono messa alla prova, ho viaggiato, convissuto, condiviso. Ho aperto la mente, non credendo di poter fare certe cose, nemmeno le peggiori.
Ho amato, deluso, inseguito e aspettato.
Ho fatto un incidente, mi hanno rubato un Iphone, sono stata un mese al mare con le amiche, ho trascorso un week end lungo a Londra, mi sono divisa tra Bologna, Ferrara e Milano. Ho frequentato un numero indefinito di discoteche, assaggiando altrettanti cocktail. Ho riempito la rubrica di numeri, la testa di emozioni, dimezzato il conto in banca e smarrito per 24 ore la carta di credito.
Ho sostenuto tre esami e dopo 36 sono stata bocciata per la prima volta. Ho visto dei film fantastici (Rush in primis) e scoperto musiche di generi diversi. Ho ballato a piedi nudi sulla spiaggia con un costume glitterato e baciato sconosciuti. Ho fatto il bagno di mezzanotte con uno che mi piaceva quando avevo 14 anni e ho fumato diverse sigarette alla menta.
Sono stata al concerto di Robbie Williams, che adoravo dalla quinta elementare. Ho vinto un master in giornalismo di moda, scritto più articoli dallo smartphone che dal pc perchè ero sempre di corsa. Partecipato ad una serie di concorsi, non vincendone neppure uno. Sono diventata una professionista del selfie su Instagram.
Trovato tre ciondoli a forma di cuore, visto il Papa a San Pietro, preso il primo sole il 25 aprile. Festeggiato per due settimane il mio compleanno ricevendo tanti messaggi d'affetto e regali, condiviso il successo di uno scudetto vinto con alcuni dei miei migliori amici.
Vedo ogni giorno Mirco Bergamasco allenarsi, mentre prima lo adulavo solo sul poster attaccato alla porta della mia stanza. Ho visto la mostra di Andy Warhol, 10 Corso Como e continuato a perdermi, con felicità e facilità, per le vie di Milano.
Sono stata sul Lago Maggiore in un giorno di tempesta, caduta ballando dai tavoli di un pub all'aperto. Messo due spazzolini in casa di altrettante persone, dormito ovunque, dato vita a serate di karaoke e chupiti di cui ho ancora i postumi.
Dopo un anno sono diversa e, allo stesso tempo, sono sempre io. Con la testa tra le nuvole, mille idee e progetti, la pigrizia di non portarli avanti, la luce negli occhi e il cuore ancora alla ricerca della sua serenità. Sono la sintesi di tutto ciò che ho "sentito" in questo anno appena trascorso e mi auguro di passare come dall'Iphone 5 al 5s dal 2013 al 2013s.
A parte le battute sceme (di cui rido solo io), a tutti voi l'augurio di vivere, davvero, ogni cosa come se non ci fosse un domani. Per non perderne neppure un attimo.
Meno quattro giorni a Natale.
E "All I want for Christmas is you".
Potrei scrivertelo. Urlartelo. Oppure farmi una maglietta.
Si credo mi farò una maglietta.
Con un po' di glitter. Per rimanere in tema con il periodo.
Anche se mi allontani ogni volta che mi avvicino.
Questa è una dichiarazione.
E non solo dei redditi, come quella che sbandieri tu.
Il mio è un vero attestato d'affetto per te.
Come la cioccolata calda i primi giorni di dicembre.
O i marshmallow scaldati a fuoco lento.
La delicatezza della panna.
E delle nuvole che sembra di toccare con un dito, dal finestrino di un aereo.
Le zollette di zucchero rotonde. Senza spigoli.
Come il mare che ti culla o il tuo profumo preferito sulla pelle.
Il sole che ti accarezza la faccia o il vento tra i capelli. La musica che suona senza fine.
Ballare, sempre. Con il trucco colato dalla felicità.
I sorrisi. Ampi, veri e che illuminano il viso.
Il silenzio dei tuoi occhi nei miei.
Gli abbracci, infiniti.
I regali inaspettati.
Questo è il mondo che vorrei.
Buon week end.
Tipo che mi sono sentita come Bridget Jones, perchè commettevo una gaffe dopo l'altra. E mentre guardavo quegli assurdi maglioni di Primark con le renne, lui mi ha detto:"Ne ho uno come Mark Darcy, hai presente?".
E poi mi sono sentita come se fossi a Notthing Hill. Nella libreria, mentre lui discuteva di cinema, libri e dello splendore del teatro e dei musical.
Ed eravamo a cena, a lume di candela. La vita.
Senza contare che il mio film preferito è Love Actually.
E che è stato il primo film di cui abbiamo parlato quando ci siamo conosciuti.
Io come la segretaria, lui come il primo ministro.
Tutto intorno la neve, il Natale, le luci della città.
E che oggi, mentre riguardavo i trailer, è comparsa la pubblicità di un albergo.
Ed era il nostro.
Londra. Un week-end lungo.
Come un film, stupendo.
Che vorresti non finisse mai.
Anche smarrire un telefono (che non è solo un telefono per nessuno ormai) è un'occasione per vedere quanto amore c'è intorno.
La tragedia si è materializzata nel week end. Scampato il pericolo infarto, con tanto di 40 ore di sveglia no-stop senza l'ausilio nemmeno di un goccio di caffeina, mi ha sorpreso il tripudio di coccole per la mia perdita tecnologica.
Che è vero, se uno vuole, trova il modo per fare sentire il suo affetto, la sua vicinanza, il suo sostegno. C'è chi è venuto direttamente a casa, chi non ha dormito pur di accompagnarmi ad espletare le fasi di rito - denuncia, cambio scheda, nuovo acquisto - chi si è fatto dare il mio numero solo per tentare ancora una volta di intercettare l'Iphone rubato.
A tutti voi dico grazie.
Che siete molto più preziosi di qualunque telefono.
Che siete top come un prodotto Apple, che ha recuperato tutti i dati senza che io sapessi nemmeno cosa fosse un back up prima di oggi.
Che l'amore non ha confini, tempi, modalità.
E io ci credo sempre.
E comunque.
Nonostante i ladri. Che nessuno mi può rubare voi.
Che il codice fiscale poco conta alla fine.
Che un Principe non è detto che abbia meno attributi perchè più giovane.
Anzi. A volte il ventenne si rivela più simpatico, sincero e graffiante di uno che ne ha trenta - tutto preso nelle sue paturnie esistenziali - o del quarantenne che "vorrei, ma non posso".
Nulla ha a che vedere con i numeri.
Grazie a Dio. (Non sono mai stata fan della matematica).
Si tratta di spirito, entusiasmo e sapersi mettere in gioco. E giocare.
Col tempo forse è proprio questo che sfuma.
E si perde per strada lo stupore, la curiosità, la voglia di conoscere l'altro.
Meno narcisismo Principi miei. Le rughe non vanno di pari passo alle vostre armi seduttive.
Solo George può. E voi non siete lui, ahimè.
Quindi pensate un po' meno a voi stessi, potreste anche trovare qualche Principessa pronta a farvi compagnia, sempre che riscopriate un po' il teen che è sepolto in voi.